Chi non ha mai provato a interpretare il ruolo di Holly con una delle frasi di Colazione da Tiffany? Grazie all’interpretazione di Audrey Hepburn, nel film Colazione da Tiffany troviamo le frasi celebri che hanno plasmato il tessuto emotivo della pellicola.
Scopriremo il significato dietro le frasi del film Colazione da Tiffany esplorando l’eleganza, la passione e la complessità delle vite dei personaggi.
Colazione da Tiffany Frasi
“Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany’s)” è un film del 1961 diretto da Blake Edwards e interpretato da Audrey Hepburn e George Peppard. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1958 scritto da Truman Capote (di cui leggeremo più tardi le frasi su colazione da Tiffany tratte dal suo libro).
La storia segue una giovane e volubile donna di Manhattan chiamata Holly Golightly, che cerca di sposare un uomo ricco, mentre sviluppa un’amicizia con un aspirante scrittore di nome Paul Varjak, autore di un solo libro nella sua carriera.”
Ma c’è di più oltre alla trama, il film è noto grazie alle frasi famose di colazione da Tiffany che hanno permeato il tessuto della cultura popolare. In questo articolo, esploreremo alcune le frasi dal film Colazione da Tiffany e il loro significato intrinseco nel contesto della storia.
“Io vado pazza per Tiffany: specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie.” Questa frase di colazione da Tiffany rappresenta le paturnie di Holly, evidenza la sua vulnerabilità dietro la facciata di una donna glamour mostrando che anche lei, nonostante la sua sicurezza apparente, è tormentata da incertezze e timori.
Sempre tra le frasi del film Colazione da Tiffany, una citazione pronunciata da Holly Golightly è “L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai.”. Questo significato incarna come l’eleganza di Holly vada oltre alla moda, rappresentando anche elementi come spirito e la sua determinazione la rendono eternamente affascinante.
Nel film colazione da Tiffany una delle frasi celebri spicca: Non permetterò a nessuno di mettermi in gabbia.” / “Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica: più le si vuole bene, più diventa ribelle.” Queste citazioni mostrato il conflitto interno di Holly e della paura di essere imprigionata dalle convenzioni sociali e dalle aspettative altrui. La libertà è il fulcro centrale della sua indipendenza come donna.
Inoltre, nel film colazione da Tiffany le frasi “Sono innamorato di te.” / “Oh no. Nessuno appartiene a un altro”, pronunciate da Holly e da Paul, riflettono sulla complessità di avere una relazione, portando Holly a rifiutare l’idea di appartenere a qualcun altro nonostante possa amare lo stesso Paul, evidenziando qui la paura di impegnarsi e la sua lotta contro il possesso e la dipendenza emotiva.
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Audrey Hepburn Colazione da Tiffany Frasi
“Io credo nel rosa. Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie. Io credo nei baci, molti baci. Io credo nel diventare forte quando tutto sembra andare storto” era una delle frasi celebri di colazione da Tiffany, pronunciate dall’attrice Audrey Hepburn in cui pensava che anche la stessa protagonista del film Holly, l’avrebbe pensata uguale.
Talmente questo film ha ricevuto un enorme successo che oggi è diventato un vero e proprio cult più amato da tutti gli appassionati di commedie romantiche. Pertanto, abbiamo raccolto dal film colazione da Tiffany le frasi più belle da ricordare.
- “Mi sono accorta che per sentirmi meglio mi basta prendere un taxi e farmi portare da Tiffany. E’ una cosa che mi calma subito, quel silenzio e quell’aria superba: non ci può capitare niente di brutto là dentro, non con quei signori vestiti così bene…” (Holly)
- “Io e il mio gatto… siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene.” (Holly)
- “Ti ci vorrebbero almeno quattro secondi per andare di qui alla porta: te ne do due.” (Holly)
- “Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica: più le si vuole bene, più diventa ribelle. Finché un giorno se ne scappa nelle praterie e poi in cima a un albero, e poi su un albero più alto.” (Holly)
- “Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany’s)” è un film del 1961 diretto da Blake Edwards e interpretato da Audrey Hepburn e George Peppard. Il film è tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1958 da Truman Capote.
- “Holly: Non permetterò a nessuno di mettermi in gabbia. Paul: Non voglio metterti in gabbia, io voglio amarti. Holly: È la stessa cosa.”
- “Lascia che dica una cosa, tesoro: se io avessi i suoi quattrini, sarei più ricca di lei.” (Holly)
- “Holly: Io vado pazza per Tiffany: specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie. Paul: Vuoi dire quando è triste? Holly: No… Uno è triste perché si accorge che sta ingrassando, o perché piove. Ma è diverso. No, le paturnie sono orribili: è come un’improvvisa paura di non si sa che. È mai capitato a Lei?”
- “Paul: Sono innamorato di te. Holly: E poi? Paul: Come? E poi basta. Io ti amo e tu mi appartieni! Holly: Oh no. Nessuno appartiene a un altro.”
- “Io, signori, negli ultimi due mesi sono stata invitata a cena da ventisei vermi diversi.” (Holly)
- “Quello che è certo è che avevo sbagliato nel classificarlo. Pensavo che fosse un verme. Invece è un super verme, ecco. Un super verme, sotto spoglie di verme.” (Holly)
- “Sappi che è il nono uomo più ricco d’America… sotto i cinquanta.” (Holly)
- “Perché non passiamo la giornata a fare cose mai fatte prima? Sarebbe divertente. Ci sarà qualcosa che non hai mai fatto… e in quanto a me, è un po’ difficile, ma tenteremo di trovarne qualcuna.” (Holly)
- “Mi sono accorta che per sentirmi meglio mi basta prendere un taxi e farmi portare da Tiffany. È una cosa che mi calma subito, quel silenzio e quell’aria superba: non ci può capitare niente di brutto là dentro, non con quei signori vestiti così bene…” (Holly)
- “Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany’s)” è un film del 1961 diretto da Blake Edwards e interpretato da Audrey Hepburn e George Peppard. Il film è tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1958 da Truman Capote.
- “Non ricordo di aver mai bevuto champagne di prima mattina. Con la prima colazione in molte occasioni. Ma mai prima della prima.” (Paul)
- “Mi, signori, negli ultimi due mesi sono stata invitata a cena da ventisei vermi diversi.” (Holly)
- “Le cose che ami di più, hai paura di prenderle.” (Holly)
- “Un uomo si giudica dagli orecchini che ti regala… Che orrore questi… li ho comprati io.” (Holly)
- “Holly: Ti dirò una cosa, Fred, tesoro. Te, per denaro, ti sposerei subito. E tu sposeresti me per denaro? Paul: Immediatamente. Holly: Meno male che nessuno dei due è ricco, eh?”
- “Holly: Non sono capace di leggere un messaggio triste senza prima mettermi il rossetto. Paul: Insomma stai per sposarti. Holly: Be’, José me l’ha fatto capire anche senza tante parole. Paul: E cioè quattro. Holly: Eh? Paul: Be’, sì, sono quattro, al massimo. Mi… vuoi… sposare… Holly?”
- “Mi dispiace, tesoro. Mi dispiace moltissimo, ma purtroppo ti odio.” (Paul)
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Colazione da Tiffany frasi Libro
Il romanzo di Truman Capote, pubblicato nel 1958, è un romanzo breve in cui narra la storia di una giovane ragazza sognatrice e cinica, Holly, attraverso le parole e i ricordi del suo vicino di casa, un aspirante scrittore. Questo libro è stato ispirato dal celebre film Colazione da Tiffany rilasciato tre anni dopo la pubblicazione del libro. Nonostante ci siano diverse versioni e adattamenti nella versione cinematografica, come il finale rispetto a quello di Capote, il coinvolgimento tra Holly e Paul, infatti nel libro, il personaggio di Holly è molto simile alla figura di una donna come Marylin Monroe. Nonostante ciò, il film è oggi considerato uno dei più amati e iconici del secolo scorso.
Concentrandoci invece sull’interpretazione di Capote, ecco una raccolta delle frasi dal libro Colazione da Tiffany di Truman Capote.
“Mentre guardavo i colori sfumati dei capelli di Holly balenare nella luce rosso-gialla delle foglie, l’amai abbastanza da dimenticare me stesso, le mie disperazioni egoistiche e da essere contento perché stava per succedere qualcosa che lei pensava felice.
‘Non amate mai una creatura selvatica, signor Bell,’ lo ammonì Holly. ‘È stato questo lo sbaglio di Doc. Si portava sempre a casa qualche bestiola selvatica. Un falco con un’ala spezzata. E una volta un gatto con una zampa rotta. Ma non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica; più le si vuole bene più forte diventa.’
Io non voglio essere padrona di niente finché non saprò di averlo trovato, il posto dove io e le cose siamo legate tra noi. Non so ancora bene dove sia questo posto. Ma so com’è. È come Tiffany.
Abitavo nella casa da circa una settimana quando notai che la casella dell’appartamento numero due era contrassegnata da un bigliettino perlomeno strano. Stampato con una certa eleganza formale, il biglietto diceva: Signorina Holiday Golightly, e sotto, in un angolo: in transito. Cominciò a perseguitarmi come una canzonetta: Signorina Holiday Golightly, in transito.
‘L’aprile non mi ha mai detto gran che, è l’autunno la stagione del principio, la primavera: e io sentivo tutto questo mentre sedevo con Holly sulla balaustra del portico del capannone per le barche. Pensavo al futuro, e parlai del passato. Perché Holly voleva sapere qualcosa della mia infanzia. E mi raccontò la sua, ma era qualcosa di misterioso, senza nomi, senza luoghi, una ricostruzione impressionistica: pure faceva un effetto molto diverso da quello che ci si poteva aspettare, perché Holly dava un resoconto quasi voluttuoso di nuotate estive, di alberi di Natale, di graziosi cuginetti e di feste: in altre parole, un modo felice di una felicità che non era la sua, e mai, certo, l’ambiente di una bambina che era dovuta fuggire. Non era vero, domandai, che aveva dovuto badare a se stessa da quando aveva quattordici anni? Si grattò il naso. ‘È vero. Non è vero il resto. Ma sul serio, tesoro, mi hai fatto una tale tragedia della tua infanzia che non me la sono sentita di competere con te.’
‘Pieno di desideri, non stupido. Ha una voglia tremenda di essere al di dentro delle cose e di guardare fuori; e chiunque sta col naso schiacciato contro un vetro rischia di passare per stupido.’
‘Ma, anche così, mi si rialzava il morale ogni volta che mi sentivo in tasca la chiave del mio appartamento; per triste che fosse, era un posto mio, il primo, e lì c’erano i miei libri, i barattoli pieni di matite da temperare, tutto quello che mi occorreva (o così almeno pensavo) per diventare lo scrittore che volevo diventare.’
‘Ci si può costringere ad amare chiunque.’
‘Le bandiere al vento, il ritmo fragoroso delle bande e dei piedi militari, sembravano non aver nulla a che fare con la guerra, davanti piuttosto l’idea di una fanfara predisposta per rendere onore a me personalmente.’
“‘Sapete quei giorni, quando vi prendono le paturnie?’ ‘Cioè, la melanconia?’ ‘No,’ disse, lentamente ‘La melanconia viene perché si diventa grassi, o perché piove da troppo tempo. Si è tristi, ecco tutto. Ma le paturnie sono orribili. Si ha paura, si suda maledettamente, ma non si sa di che cosa si ha paura. Si sa che sta per capitarci qualcosa di brutto, ma non si sa che cosa. Avete mai provato niente di simile?’
‘Strane arie dolci-amare con parole che sapevano di pini e di prateria. Una diceva: Don’t wanna sleep, Don’t wanna die, Just wanna go atravelin’ trough the pastures of the sky; e questa sembrava piacerle più delle altre, perché continuava a ripeterla anche quando i capelli erano già asciutti, anche quando il sole era tramontato e le finestre si illuminavano nel crepuscolo.’
‘Anche quando porta occhiali grossi così, anche quando apre la bocca e non si capisce se viene giù dalla montagna, se è campagnola o chissà che. E io non lo so ancora. Secondo me, nessuno saprà mai da che parte è saltata fuori. È così bugiarda che forse non lo sa più nemmeno lei.’
‘Non voglio dire che non mi interessi diventare ricca e celebre. Sono cose che ho in programma, e un giorno o l’altro cercherò di raggiungerle; ma, se dovesse succedere, il mio ego me lo voglio portare appresso. Voglio essere ancora io quando mi sveglierò una bella mattina e andrò a fare la prima colazione da Tiffany.’
‘La personalità media assume di frequente un aspetto nuovo, ogni pochi anni persino i nostri corpi subiscono un cambiamento completo – desiderabile o meno – ed è naturale che si debba cambiare. Bene, ecco due persone che non sarebbero mai cambiate. Mildred Grossman e Holly Golightly avevano questo in comune. Non sarebbero mai cambiate perché avevano assunto il loro carattere troppo presto, il che, come le ricchezze improvvise, porta una deficienza di senso delle proporzioni: una era diventata un’incallita realista, l’altra una romantica sfrenata.’
‘Mi sono accorta che per sentirmi meglio mi basta prendere un taxi e farmi portare da Tiffany. E’ una cosa che mi calma subito, quel silenzio e quell’aria superba: non ci può capitare niente di brutto là dentro, non con quei cortesi signori vestiti così bene, con quel simpatico odore d’argento e di portafogli di coccodrillo.’
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